“Chiamami col tuo nome ed io ti chiamerò col mio”

Anche se sono un po’ lontana dal flow emozionale che mi suscita questa pellicola, vorrei parlarvi di uno dei miei film preferiti degli ultimi anni:

“Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino.

Che dire.. amo tutto di questo film!

I miei genitori, come molti della loro generazione, hanno amato profondamente gli anni ‘80 e mi hanno in parte trasmesso quelle vibes quando, durante i nostri viaggi in macchina, ascoltavano per ore intere le playlist con gli Spandau Ballet, A-ha, i mitici Duran Duran.
Da sempre ho amato ogni dettaglio di quegli anni: bar, sedie, musica, colori, vestiti, le foto dei miei genitori con i pantaloni a vita alta, i capelli spumeggianti, gli orecchini grandi e le Superga!

Già dalle premesse non potevo non amare questo film.
Oltre al tempo, ciò che amo è lo spazio. Uno spazio che è un paradiso terrestre, con alberi, fiori, frutti.. un posto magico che sprizza bellezza da tutti i pori (per chi non lo sapesse è stato girato a Crema).
Ed è proprio questo di cui parla il film: di bellezza. Della bellezza del primo amore che ci legherà per sempre all’oggetto del nostro desiderio in modo indissolubile.
“Il primo amore non si scorda mai”.. ma non solo. Se il primo amore coincide con quella che più si avvicina alla nostra anima gemella, allora si potrà vivere solo intingendo batuffoli di cotone da quel ricordo e cercarne di conservare ogni singolo atomo ed ogni singolo attimo gelosamente.

Al centro dell’opera ci sono alcuni frutti: le albicocche in particolare. Il termine deriva dal latino “praecoquum” che significa “maturare prima, essere precoce”. Infatti è grazie ad Oliver che Elio matura , sperimenta il suo primo amore ed inizia il suo percorso verso la maturità.
C’è inoltre chi pensa che il termine “albicocca” derivi dall’arabo “al-barqūq” ed anche qui il suono della parola e l’etimologia dicono molto sul suo significato intrinseco. Infatti la prima sillaba “Albi” ci fa aprire la bocca, mentre l’ultima “cocca” ci fa schioccare la lingua perché oltre ad essere dei frutti gustosi, freschi, succosi.. sono anche un po’ amari.
Non è così anche il nostro primo amore?? Lo mordiamo, ne succhiamo la linfa, lo desideriamo ma lascia un po’ di amaro quando non lo possiamo vivere per sempre e ne possiamo carpire solo pochi preziosi momenti.

Oltre l’albicocca, c’è la pesca: Elio la usa per masturbarsi immaginando di fare sesso con Oliver. Tra tutte, è questa la scena che ha destato più stupore e scalpore.
Nel libro Oliver mangia la pesca con il seme di Elio al suo interno suscitando in Elio un pianto liberatorio sia perché egli avverte le vergogna del suoi sentimenti sia perché il gesto di Oliver è a una grande dimostrazione d’amore. Oliver ama Elio nella sua interezza, ne ama il seme, ama persino vederlo defecare. Infatti nel libro c’è una scena in cui i due amanti si osservano mentre defecano. Questa scena avrebbe provocato “schifo” a chiunque ma, analizzata nel contesto, ci fa ancor più comprendere quanto i due amino di sé stessi anche ciò che li rendi animali. Essi conoscono ogni parte del loro corpo e non si amano a metà, ma interamente.

Un’altra parola che nel libro si ripete è “innesto“.
Infatti le pesche e le albicocche di cui parla derivano da alberi innestati con diligenza, pazienza e passione. La parola innesto deriva dal participio passato di “In-nectare” cioè “legare, unire”. Innestare significare introdurre in una pianta il seme di un’altra, in questo modo esse diventano una sola cosa e daranno vita a dei frutti migliori. Qui troviamo un forte richiamo alla scena in cui Elio ed Oliver fanno per la prima volta l’amore ed Oliver dice ad Elio “Chiamami col tuo nome ed io ti chiamerò con il mio“. Essi sono ormai diventati un’unica persona, si desiderano così tanto che l’amato diventa l’amante e viceversa. Sono innestati indissolubilmente.

Quanti di noi sono stati così fortunati da provare una forma d’amore così pura?? Chi dice che nella realtà non esiste, mente.
Perché a me è in parte successo ma non sono stata in grado di viverlo. Ed infatti basta ascoltare il discorso del padre alla fine per capire che è stato così per molti di noi.

Quando meno te lo aspetti, la natura ha astuti metodi per trovare il tuo punto più debole. Tu ricordati che sono qui. Adesso magari non vuoi provare niente, magari non vorrai mai provare niente e, sai, magari non è con me che vorrai parlare di queste cose. [..] Senti, avete avuto una splendida amicizia, forse più di un’amicizia, e io ti invidio. Al mio posto, un padre spererebbe che tutto questo svanisse, pregherebbe che il figlio cadesse in piedi ma non sono quel tipo di padre. Strappiamo via così tanto di noi per guarire in fretta dalle ferite che finiamo in bancarotta già a trent’anni. E abbiamo meno da offrire ogni volta che troviamo una persona nuova, ma forzarsi a non provare niente per non provare qualcosa…che spreco.

Ho parlato a sproposito? Allora, dico un’ultima cosa. Per chiarire meglio. Forse ci sono andato vicino, ma non ho mai avuto una cosa così. Qualcosa mi ha sempre frenato prima, si è messa di mezzo. Come vivrai saranno affari tuoi, però ricordati: il cuore e il corpo ci vengono dati soltanto una volta e, in men che non si dica, il tuo cuore è consumato e, quanto al tuo corpo, a un certo punto nessuno più lo guarda e ancor meno ci si avvicina. Tu adesso senti tristezza, dolore, non ucciderli, al pari della gioia che hai provato.”

Chiamami col tuo nome è il film che a me ha regalato emozioni immense. Ricco di significati intrinseci, di rimandi all’arte classica, di cultura. Un film che ci ricorda che, almeno una volta nella vita, bisogna saper amare ma soprattutto bisogna imparare a soffrire, ad affrontare il dolore e non nascondersi da esso.
E’ lì è la chiave di tutto.

Si dice che raccontare una storia gay vada di moda ma io non credo che quest’opera parli dell’omosessualità. In primis “Chiamami col tuo nome” parla dell’amore, della sofferenza e dell’innamoramento. Il fatto che essi siano una coppia gay è puramente una scelta. Non dimentichiamoci che l’amore è universale.

1 commento su ““Chiamami col tuo nome ed io ti chiamerò col mio””

  1. Si è uno di quei film che ti fanno immergere nell’ambiente, nell’estate, nelle corse in bicicletta e il caldo da togliere la maglietta. Concordo pienamente!

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